Giuseppe Marino, un giovane orsarese, ha rinnovato un’antichissima tradizione del nostro paese. Nella notte tra il primo e il 2 maggio e fino a quella tra il 7 e l’8 maggio, il rullio di un tamburo annunciava il risveglio della natura, indicava ai pastori nei dintorni che di dì a qualche giorno si sarebbe tenuta la fiera agricola e del bestiame. Secondo altre interpretazioni, inoltre, il risuonare del tamburo richiamava l’attenzione del diavolo che, una volta uscito dalle case che aveva importunato con la sua presenza, era atteso fuori da San Michele, così che l’Arcangelo potesse sconfiggerlo e ricacciarlo all’inferno. Si tratta di un’usanza molto antica, intimamente legata alla cultura agricola e pastorale. Una tradizione che sembrava essere caduta nel dimenticatoio e che, invece, contribuisce ancora a raccontare la cultura contadina e le usanze di un mondo antico che continua ad appartenerci e a connotare la nostra identità storica e culturale.